RIVIVE A ROMA LO STILE DÉCO
In un palazzo della capitale l’architetto Clemente Busiri Vici fa rivivere le arti decorative di un secolo fa con la tecnologia moderna e il design.
Una rievocazione della memoria, una reinterpretazione dell’architettura degli Anni Venti e una felice osmosi con lo stile moderno. Sono questi gli obiettivi che l’architetto Clemente Busiri Vici ha realizzato nella ristrutturazione di un grande appartamento con giardino nel centro di Roma, in una palazzina a Corso Trieste, progettata dal famoso architetto Giulio Gra un secolo fa, alla fine di un decennio che ha visto l’esplosionedelle arti decorative, con al centro l’Expo di Parigi del 1925. Un periodo in cui a Roma ha lasciato un’impronta anche il nonno, Clemente Busiri Vici, un altro maestro dell’architettura che il nipote ricorda con affetto e in particolare per la prima scala elicoidale (Villa di Gualino a Torino, 1928).
Le palazzine di Corso Trieste di Giulio Gra, come l’edificio a Viale delle Belle Arti (1929-30) e il palazzo in piazza della Marina (1930-1931) espongono elementi decorativi derivati direttamente da Michelangelo, Carlo Rainaldi, Giacomo della Porta: i bugnati nei basamenti, i timpani e le riquadrature a edicola per le finestre, i grandi loggiati di più piani negli elementi eccezionali del fabbricato. Spesso l’immagine, scrive Francesco Moschini in una monografia delle edizioni Kappa, si sviluppa attraverso un tipico artificio del manierismo: quello dell’edificio nell’edificio, che vuole la presenza di parti formalmente compiute dialogare con il tutto.
Clemente Busiri Vici crede nel genius loci e si adopera per esaltarne lo stile, come per esempio quando rialza le architravature delle porte a 2 metri e 80 cm., su pareti di oltre 3,5 metri, quando salva i pavimenti decorati trasformandoli in tre tappeti di benvenuto all’ingresso, nel soggiorno, e nell’area intermedia, oppure trasforma nell’ambiente cucina i resti delle mattonelle colorate in un patchwork. Ma cambia le bugnature delle porte, che da esterne diventano interne. “Adeguarsi al passato”, spiega Busiri Vici a Ville&Casali, “sarebbe stato troppo facile, ma sarebbe stato come continuare a indossare una giacca a tre bottoni invece che a due”.
Il primo problema che si è posto l’architetto è stato quello di rendere funzionale un appartamento composto da due piani e da un giardino. La scala di collegamento tra i due piani è stata spostata al centro e resa elicoidale, seguendo l’esempio del nonno. L’ingresso, con il living e tre camere da letto con servizi sono stati ricavati nel mezzanino, mentre la cucina e la sala da pranzo e le stanze per gli ospiti al piano terra, anzi 60 cm. sotto terra, collegati da tre scalini al piano giardino. Per dare slancio ai muri tra l’ingresso e il living l’architetto ha usato porte a bilico. Il muro che confina con la libreria è stato realizzato con forma trapezoidale che rappresenta una firma
dello stile dell’architetto Busiri Vici.
Anche i proprietari hanno partecipato attivamente all’opera di ristrutturazione sia chiedendo all’architetto di salvare gli antichi pavimenti sia contribuendo con acquisti intelligenti di opere d’arte. “La demolizione dei pavimenti alla veneziana e il riutilizzo delle mattonelle è stata un’operazione difficile”, aggiunge l’architetto.”Ogni pezzo è stato recuperato, ripulito e fasciato con marmo bianco cristallino e una fascia di marmo nero marquinia. È stato necessario realizzare anche massetti diversi. Non è stata una passeggiata”. Molti pavimenti sono stati ricoperti da parquet di rovere, disposto a spina francese. Al di sotto dei pavimenti è stato realizzato un sistema di riscaldamento e raffrescamento. Molte pareti sono state dipinte con un colore grigio polvere, appena accennato, mentre le cornici e i soffitti sono dipinti in bianco. Quasi tutti i mobili sono stati disegnati dall’architetto e realizzati su misura dalla ditta Artigian Mobili di Roma. Lo stile seguito è una rivisitazione dello stile déco, come per esempio per la libreria del soggiorno in cui è stato utilizzato il legno
di rovere naturale e di rovere nero con la venatura in evidenza. La cucina è stata disegnata dall’architetto Busiri Vici ma realizzata dall’azienda “La residenza” di Roma. Le lampade sono tutte moderne e di design, come quelle acquistate da Flair a Roma e quelle realizzate dalla ditta Marco Riccardi. Il giardino rappresenta un’estensione o meglio un’alternativa
estiva della zona soggiorno/pranzo e i mobili sono della ditta spagnola Gandia Blasco. Della stessa azienda le sedute esterne. In tutta la casa si avverte il dialogo con la Storia dell’architettura: il ricordo dei ruggenti anni Venti del secolo scorso quando esplose uno stile eclettico, mondano e internazionale nella ricerca del lusso e della piacevolezza del vivere e l’odierna tecnologia ed il design moderno, che rendono l’affascinante stile di un secolo fa enormente più funzionale.